Ricevere un immobile in eredità è un evento che porta con sé
molte implicazioni, non solo emotive ma anche pratiche e
burocratiche. Spesso chi si trova in questa situazione non ha
conoscenze specifiche sul tema e rischia di affrontare la vendita in
modo affrettato, senza avere chiari i passaggi obbligatori e le
eventuali conseguenze fiscali. 
In questo articolo ti aiutiamo a
comprendere quali sono gli aspetti fondamentali da conoscere prima di
mettere sul mercato una casa ricevuta in eredità.
Il primo adempimento da affrontare è la dichiarazione di
successione. Si tratta di un atto obbligatorio che deve essere
presentato all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dal decesso. In
questo documento vengono indicati i beni ereditati, compresi
eventuali immobili, e serve a definire le imposte dovute.
Senza la
dichiarazione di successione non è possibile procedere con la
trascrizione dell’immobile agli eredi, e quindi nemmeno avviare una
futura vendita.
Una volta presentata la successione, l’immobile deve essere
intestato agli eredi tramite voltura catastale. Questo passaggio
serve ad aggiornare i dati del Catasto, così che i nuovi proprietari
risultino ufficialmente registrati.
Successivamente è necessaria
la trascrizione nei registri immobiliari, che ha lo scopo di rendere
opponibile a terzi il trasferimento di proprietà. È un aspetto
tecnico ma decisivo, perché solo dopo la trascrizione l’erede
può considerarsi, a tutti gli effetti, proprietario del bene.
Se l’immobile è stato lasciato a più persone, la proprietà
diventa comune. In questo caso, per poter vendere, è indispensabile
che tutti i coeredi siano d’accordo e firmino l’atto.
Quando
l’intesa non è possibile, esistono due strade: la divisione
amichevole (con un atto che ripartisce i beni tra gli eredi) oppure,
nei casi più complessi, la divisione giudiziale, che comporta tempi
lunghi e costi maggiori.
Per questo motivo è sempre
consigliabile, prima di decidere la vendita, chiarire la volontà di
ciascun erede e valutare soluzioni condivise.
Un altro punto centrale riguarda le imposte.
Oltre all’imposta
di successione, gli eredi devono considerare anche imposte ipotecarie
e catastali, necessarie per la voltura e la trascrizione.
È
importante sottolineare che le tasse di successione non vanno confuse
con quelle che si pagheranno al momento della vendita: sono due
momenti distinti, con regole diverse.
Molti eredi si chiedono se vendere subito oppure attendere. Dal
punto di vista fiscale, la vendita di un immobile ereditato può
comportare la tassazione della cosiddetta plusvalenza, ossia il
guadagno derivante dalla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo
di vendita.
Tuttavia, per gli immobili ricevuti in eredità, la
legge prevede un’eccezione: se il defunto possedeva l’immobile da
almeno cinque anni, la vendita è esente da tassazione sulla
plusvalenza. Questa regola vale anche se si decide di vendere subito
dopo la successione.
Diverso è il caso di un immobile acquistato
di recente dal defunto e poi trasmesso agli eredi: in quel caso, la
tassazione può scattare.
Prima di mettere in vendita un immobile ereditato, è utile raccogliere tutta la documentazione necessaria:
atto di successione;
certificato di morte e stato di famiglia del defunto;
visura e planimetria catastale aggiornate;
attestato di prestazione energetica (APE);
eventuali pratiche edilizie e conformità urbanistica.
Questi documenti saranno richiesti dal notaio e dall’agenzia immobiliare per avviare la compravendita. Una preparazione accurata evita ritardi e problemi in fase di trattativa.
Gestire un’eredità immobiliare può sembrare un percorso
complicato, soprattutto per chi non ha dimestichezza con aspetti
catastali e fiscali. Affidarsi a un’agenzia immobiliare esperta o a
un notaio di fiducia consente di evitare errori, rispettare le
scadenze e arrivare alla vendita con maggiore serenità.
Un
professionista potrà anche consigliare sul valore reale
dell’immobile, aiutando gli eredi a definire un prezzo di mercato
corretto.
Vendere una casa ricevuta in eredità non è mai un semplice atto commerciale: richiede attenzione a procedure burocratiche, normative fiscali e rapporti tra coeredi. Conoscere i passaggi fondamentali e rivolgersi a consulenti competenti è il modo migliore per trasformare un bene ereditato in un’opportunità concreta, senza sorprese.